S. ROSA DA VITERBO
Anno 1233 anche a Viterbo
Si propagano malattie di tifo e peste
Che l’epoca ci tramanda un triste ricordo
Un giorno però in S. Maria in Poggio
Si accende una luce celeste
Luce che illumina una povera casa
Dove nasce una fanciulla a nome Rosa
Già piccola abbraccia di Dio la fede
Intensamente a Lui solo Rosa crede
Predica con cuore ai suoi cittadini e parenti
Di donare amore agli altri ed i comandamenti
Compie miracoli, risuscita una zia morta,
risana una brocca che si era rotta
dona pane ai poveri togliendolo ai genitori
alle spiegazioni del padre, lo trasforma in fiori
la sua bontà e il suo carisma si propaga al vento
ma provoca nei peccatori eretici invidia e malcontento
viene così osteggiata dai ghibellini
che la costringono in esilio sui monti Cimini
un giorno però Rosa dopo tanto splendore
diciottenne è chiamata in cielo dal Signore
da viva fu sempre vilmente perseguitata
da morta dai Viterbesi e dal Papa beatificata
Anche oggi che di anni ne sono passati 750
Il fulcro di Rosa ancora vive ed incanta
Il suo cuore ed il corpo ancora intatto
E’ mostrato e venerato dai fedeli con fede e rispetto
La sera del 3 settembre una torre divina
Chiamata da tutti “il campanile che cammina”
100 robusti facchini sollevano e partendo da S. Sisto
spettacolo emotivo più bello al mondo mai si è visto
Lei sovrasta più alta dei tetti avvolta di veli
Benedice di là su un mare di fedeli
Ed ogni volta che il campanile si posa
La folla esulta e grida “viva santa Rosa”
Sentimenti di un cuore bizzarro
Sentimenti di questo cuore
pensieri colorati fruscianti
Che vagano tristemente nella mente
sognando notti amorose
Per perdersi poi in un muto silenzio
Cuore, Cuore
Quale fato può lenire il tuo dolore
Il cantico antico di un menestrello
E’ l’amore che ti stuzzica
O è il sentimento che ti lega in eterno
Il cuore non conta gli anni
non cerca odio ma amore
E’ sempre bello il momento, più bello
Vuol essere ancora, sempre un pischello
Che canta la gioventù.
Vai cuore librati nel blu del cielo
Cerca la tua anima gemella
legala forte con una stella
Stringila per sempre a te.
1953 + 54
Se è vero che il creato è meraviglioso
Se è vero che l’amore è meraviglioso
Se è vero che la felicità è meravigliosa
Tu Nadia, che sei la mia sposa
Del Creato, dell’Amore, della Felicità,
sei stata la più meravigliosa.
Nel 1953 con la benedizione celeste
Ci unì per tutta la vita Don Oreste.
Quel sentimento dolce di allora
È più vivo, è un vincolo più forte ancora.
Con tutti i parenti, io e Nadia insieme a loro,
in allegria festeggiamo quelle nozze
divenute d’oro.
MIA BELLA VITERBO
Mia bella vecchia Viterbo
Nata dal grigio peperino
Ricca di storie che ricordano Il verbo
Del leone, del palazzo papalino
Vecchi ricordi, glorie di guerre
Sulle alte e maestose torri
Vestite di ricamati merli
Del nemico difensori
Attraversata da vicoli stretti e bui
Calpestati dai ferri di mille cavalli
Da maniscalchi e ronzini
Mentre velate voci di epoche e leggende
Del sacrificio di tanti cavalieri
tramandati come fossero state ieri.
Ancora oggi cara vecchia Viterbo
Nei rioni e nelle tue belle valli
Sei sommersa da tanti cavalli
Non più ai piedi zoccoli di ferro
Non con cavalieri, elmi, corazze
Ma zoccoli di gomma rombo e schiamazzi.
COLORE IRREALE DEL CREATO
Mi sono lasciato cullare
da una nuvola
vagante nel firmamento
che il vento scompiglia
per poi ricongiungerle
anche i miei capelli cedono al vento
in un blu senza inquinamento
tra tante nuvole argentate
dove la primavera si fonde con l’estate
in quel prato di cielo insistente
dove sciano le stelle vaganti
rimango estasiato, rapito
da quel maestoso infinito
di figure armoniose
di angeli trasparenti, bianchi
eternamente erranti
accompagnate dal melodioso
rumore silenzioso
che trasmette nell’ inconscio mio stupore
per tanto colorato splendore
il mio pensiero, va
a Dio che ci ha donato
questa immensa realtà
questa luce accesa del creato
da molti milioni di anni
che la mano e la penna
poetica dal sogno incerto
ha virtualmente scoperto
FERMATI
TEMPO
Un proverbio molto conosciuto
Dice: “chi si ferma è perduto”
Io ho riflettuto un momento
Mi sono detto: “Sarebbe bello fermare il tempo”
Tutto cammina fa parte della natura
Si nasce, si vive, si aspetta la nuova aurora
Come me altri hanno camminato molto nel tempo
Tanto sino ad essere vecchi e stanchi
Con il volto trasformato ed i capelli bianchi
Ma il tempo inesorabile cammina
Trascinato da una legge misteriosa, divina
Fermati tempo, offrici un pò di quella ricchezza
Illudici ancora per un momento
E risognare il tempo trascorso nella giovinezza
Lasciaci respirare ed accarezzare dal vento
Il profumo dei fiori e della natura
Fermati tempo allontana la notte lascia il giorno
E con te ferma la primavera
Nata da poco, cancella l’inverno
Fermati tempo, non fuggire, chiudi le tue porte
Allontanando così il destino della morte.
CARI COLLEGHI
La nave della mia vita
Del lavoro solcava i mari
Ora la sua corsa è finita
Lasciandomi tanti ricordi cari.
Vorrei sancire un ricordo, se credi,
Dell’affetto dei miei colleghi.
Mi vedo ancora dietro la scrivania
Che oggi trasmetto in poesia
Navigavamo insieme nel mare della gestione
Con molto zelo e abnegazione
Un groppo alla gola dalla commozione
Per tanta amicizia e collaborazione
Per la pazienza nei difficili momenti
Nell’ ingorgo dei tanti contribuenti
Ma il lavoro era la possibilità
Specchio, decoro e dignità.
Oggi il pensiero ancora mi lega
Al ricordo vivo di ogni collega
Principalmente all’indimenticabile Pellegrini
Ed alla pur brava ed attiva Zibellini
Un plauso riconoscente va agli affissatori
Validi e sinceri collaboratori
Poi è logica la convinzione
Di accorciare la corsa alla pensione
Che porta all’immancabile separazione
Ora il tempo ha annullato tutto
Ti ricorda qualcuno vagamente
Forse raccoglierai anche il frutto
Eri tanto, ora più niente.
Però sentimenti vivi ed intensi
Rimarranno sempre nei miei sensi.
AI CADUTI IN IRAQ
Altri figli D’Italia
Coniati sull’altare della patria
Altri nomi gridati al vento
Caduti, abbattuti a tradimento
All’altare nuove corone d’alloro
Tante glorie tante medaglie d’oro
Ancora un eroe è caduto
Matteo Vanzan un lagunare
Gloriosamente ha combattuto
Morto sul suolo di sabbia
Il nemico sempre sappia
Che è caduto per portare la libertà
nella lontana terra dell’ I R A Q.
CUORE FERITO
All’orizzonte lento il sole tramonta
Baciando con calore il mare
Vaga tristemente l’onda
Per la luce del giorno che muore
Anche le onde del nostro amore
Travolte da tragica sorte
Hanno spento il desiderio, il calore
Ed invoco il tuo nome con tanto dolore
Le labbra spente implorano la morte
Riaprimi la porta del tuo cuore
Richiudi la ferita che è rimasta senza affetto
Risorgerà il sole e ci riscalderà ancora
Porgi le tue labbra rivivono i battiti nel mio petto.
A MIA SORELLA ELIDE
Nasce in noi il desiderio
Donatoci dal nostro Signore
Di rinverdire quel focolare
Con la gioia più grande che è l’amore
E unisce per la vita due cuori
Anche alla mia cara sorella
Dal piè stanco e po’ claudicante
Il passato non Le fu tanto sorridente
Oggi però sposa ed abbraccerà un’altra stella.
Con il cuore in mano tuo fratello
Unito a Milena, Nadia e Nello
E da tutta la parentela oggi assente
Ci uniamo tutti affettuosamente
Porgendoti l’augurio sincero e più caloroso
Per una vita radiosa a te e al tuo sposo.
AMORE TRA I CAMPI
Mai così, amor splendido e forte
Mi legò a te bella contadinella
Come una regina a corte
Luminosa come una stella
Un raggio d’oro dal sole vorrei rubare
Donarti tutti i colori dell’arcobaleno
Così per sempre ti potrò ammirare.
Delicatamente ti presi per mano
Tra fiocchi di fiori ti guidai
Per sentieri profumati e campi di grano
Ci giurammo di non lasciarci mai.
Anno 2003 – 2004
O Signore vengo al Tuo cospetto
Con profonda fede mi inginocchio
Ricordando sempre con rispetto
L’anno 2003 morto perché vecchio
Il mondo accoglie il 2004 appena nato
Sperando intensamente che sia più buono
Accompagnalo Signore nel suo cammino
Cancella da ogni mente l’odio umano
Facciamo un lungo ponte Stringendoci la mano
Doniamo ai poveri un pò di risorse umane
E lenire a tanti bambini la fame
Signore cancella sulla nostra terra
Le distruzioni , le morti della guerra
fa che tutti esternino la voglia
di rispettarsi con vera gioia
Anche il poeta con sensi sinceri e puri
Augura all’umanità mille e mille auguri.
BREVI RIFLESSIONI
Oggi per diventare dottore
non serve più l’università
vai dal posteggiatore
e lui con rispetto e solennità
te ne dà facoltà
venga dottore dietro dottore
e non c’è sbaglio
con lui è dottore anche il macellaio
Er campetto der carcio
Na vorta partonno dalla capetale
Li giocatori dar pallone pe dacce na spesa
Der pallone nun c’iavemo l’eguale
Je famo vede’ man quelle burine de Vitarbese
Annamo mar campetto
L'enbriacamo cor pallone
Po dopo li pijamo de petto
Li famo rimanè come cojone
Cor pallone je famo quattro biulle
Nun ce so avversarie ali romane
E nun potemo giocà co sti burine fasulle
De fa l’gioco furbo ce provonno
Provonno a ‘ncanta le burine cor giochetto
Invece tutt’ambotto s’appecoronno
Se sdraionno a terra senza fiato ar petto
De palle a le burine sei je l’infilonne
Sarzonno allumate tutte offese
Perché le palle cell’hanno
Più grosse le burine Viterbese
Lascionno ‘l campetto
E ncomincionno a sborbottà
Le burine je dissero portatece rispetto
’l viterbese nun se fanno cojonà.
SOGNO DI UNA NOTTE TRA IL 24 E 25 DICEMBRE
Questa notte ho fatto un sogno
Tornavo a casa da una stradina solitaria
Soffiava rabbiosa una gelida tramontana
Che filtrava tra i canneti della campagna
I quali si piegavano per ripararsi dal freddo
Ed emettevano una pietosa e strana lagna.
Un dolce fievole rintocco di campane
Si spandeva nelle campagne lontane
Camminavo svelto, qualcosa mi induce
Che una misteriosa forza a me vicina
Mi spingesse, a seguire una fonte di luce
Comandata da una spinta Divina.
Ho camminato nella notte fredda, tanto
Da sentirmi molto, ma molto stanco.
Mi sono fermato, ho guardato indietro
Quella campagna gelida triste e cruda
Che l’inverno l’aveva resa nuda.
Mi rigiro, all’improvviso vedo sul monte
Molto alto a me di fronte
Un bagliore di mille colori che mi investe
Seguito da una grande stella celeste.
Allora ho invocato: aiutami Signore
Salire su quel monte non ce la faccio
Una voce mi sussurra: Eccomi. Poi mi sembrò volare
Gli chiesi: chi sei tu, mi hai chiamato!
Sono il tuo Signore e ti ho aiutato
Ti ho portato su quel monte in braccio,
Durante tutto il lungo cammino
Ti sono stato sempre vicino
Ho raggiunto quella stella
Indicante una povera stalla
C’era un bue e un asinello
Con il loro alito riscaldavano un bambinello
Mi sono inginocchiato ed ho pregato
Grazie Signore, sono arrivato.
Era Natale
Agli sposi Barbara e Alessandro
Oggi avete iniziato a navigare
Uniti sulle onde di quel mare
Che si chiama matrimonio.
Immaginatelo come un bel concerto
La cui melodia rimembra l’anima
E delizia i battiti scanditi del cuore,
concerto il cui maestro è stato il Signore,
che ha benedetto e sigillato il vostro amore,
e come sempre insegna il concetto,
che l’unione è forte se c’è
amore, pudore, reciproco rispetto.
Oggi circondati dall’affetto dei genitori,
dai parenti e da tanti amici cari
facenti corona e tanto splendore
certi che un bocciolo di rosa possa sbocciare.
Anche le rondini che spaziano l’immensità,
e stridono felici della loro libertà,
così anche voi sposi, di sicuro
felicemente spazierete il vostro futuro.
Ora brindiamo alzando i calici spumeggianti
Con l’augurio sincero di tutti i partecipanti.
Firenze, 09.09.2007
La Provvidenza del Creato
Il sole è luce e fonte di calore
E’ la vita per tutta l’umanità,
La pioggia disseta la terra
E la veste di mille colori.
L’azzurro del cielo è un prato per le rondini
stridono ed esprimono la loro felicita.
Le nuvole vaganti come ali di angeli
Scesero in terra a neve, che i pellegrini
Accolsero come una provvidenza, vera manna
Per la natività di Gesù in quella povera capanna.
Il verde dei prati ed i colori della natura
Sono per la creatività del pittore
Motivo per trasmettere su tela con bravura
il valore del creato alla generazione futura.
Il blu dell’immenso mare
E la strada del navigatore che lo guida
Alla scoperta di nuove civiltà.
I1 grigio dei monti la loro maestosità
Fa sognare gli alpinisti e li sprona
In ardite scalate e ripide discese
Alla conquista di quelle cime meravigliose.
Queste bellezze, queste immensità
Sono l’amore, il miracolo ed il desio
creato per noi dal Signore DIO.
FILO DORO
Ho trovato l’amore
che fino a ieri avevo sognato
Con un filo d’oro ti vorrei legare
E dopo averti amato
Ti vorrei riamare
Amore non abbandonarmi mai
perché tu sai
Che da sempre sei
La luce degli occhi miei
IL BENE DELLA VITA
Il profondo silenzio degli olivi
I raggi caldi del sole
nuvole che baciano il cielo giulive
Il nascere della vita primaverile
Ha cancellato dalla mente brutti pensieri
Il dono della vita è l’amore di due cuori
Amala i momenti belli rivivi
Un giorno poi verrà
Che questa pace ti guarirà
IL LUOGO DELLA SALVEZZA
L’umanità di una volta era diversa
tra gli uomini c’era più fratellanza
anche i giovani educavano valori essenziali
gioventù sana, forte e senza difetti
gente povera ma leale
si era usciti da una brutta guerra
il sistema allora cambiò
si avviò così l’era moderna
inventarono discoteche infamanti
musiche folli notti deliranti
ai ragazzi inconsciamente
quasi come fosse moda
gli si offriva una polverina repellente
da gente viscida perversa e cioè (droga)
finì l’affetto e la fratellanza tra giovani
si ritrovarono nel buio di una via
dell’isolamento e della follia
anno 1981 di Viterbo Monsignor Luigi Boccadoro
con l’aiuto celeste volle ridare a loro
la salvezza ed il decoro
creò il luogo incontro “CEIS” o casa di accoglienza
incaricò alla conduzione un sacerdote Don Alberto
che accolse decine di ragazzi a cuore aperto
trasmettendo ai genitori tanta speranza
cancellò dalla mente degli affidati la strada corrotta
come la stella cometa guidò i re magi alla grotta
come una mamma stringe i figli al petto
per proteggerli da questo mondo abbietto
vi è in lui un desiderio ardente
insegnar loro la strada vincente
a mille giovani ha asciugato il pianto
ad altrettante mamme venute da città lontane
ha trasmesso armonie d’amore nei loro cuori
questo sacerdote di grandi valori
ammirevole esempio di grande benefattore
con il suo carisma di vera umanità
ha saputo ricondurli alla cristianità
dopo vari anni i non più giovani ragazzi
portano incancellabile nei loro cuori
Don Alberto Canuzzi
IMMAGINAZIONE
E’ notte la luna fa a nasconnarella
S’nguatta ntra le nuvole e ride
Vedenno quelle ombre che due a due
Cercano quatte quatte un posto nascosto
S’ariffaccia e glie dice: “Annateve a nasconne
Dietro man quelle fronne”
“Annamo curre” ma na voce “A li mortè”
“Scuasateme ma cor buio nun vavevo visto
Sta luna pare che lo fa apposta
Mo te giuro Nanni a costo de giralla tutta
Sta piana viemme appresso
Che stasera nun voglio restà a bocca asciutta
A magara dall’altri passà pe’ fesso”
Giranno trovonno ‘na frattarella
Un po’ stretta e se misero là sotto
Mo nun fu la luna a fa inguattarella
“Strigneme Nanni che de te so’ cotto”
La luna vedenno tanta passione
Disse: “Me ritiro pur’ io la luce nun ce vole
Tanto quelle laggiù stanno mejo da sole!”
INCONTRO IN UN SOGNO IRREALE
Ti ho incontrata Fata divina
Sul mio stesso cammino
la tua visione fatale
Attraente e conturbante
Quel tuo ancheggiare flessuoso
leggiadro, sconvolgente
passionale e sensuale
trasmetti un desiderio vero
di sogni paradisiaci
In modo profondo e sincero
Anche lo sguardo stesso
E’ un invito all’amore ed al sesso
Donna Walkiria impetuosa
Tanto radiosa e bella
Quanto misteriosa
Rimarrai per sempre scolpita
nella mia mente.
LA BALLERINA
Balla, gira sul palco quasi volando in turbine d’aria
Come fosse avvolta da una nuvola di velo
Giovane, bella, richiesta da tanti corteggiatori
Adornata da preziosi e bellissimi regali
Giocando con sentimenti di perfidi rubacuori
Donando se stessa a tante serate d’amore
Offuscando la dignità ed il proprio valore
Ogni giorno un’avventura, un nuovo sogno
Stordita di baci e coppe di champagne
Serate affascinanti, vestiti scintillanti
Sempre protesa, rapita da nuovi amanti
Passano gli anni, questa dolce armonia
Si oscura, finisce, è la gioventù che ora vola
Gli amanti, i rubacuori l’hanno lasciata sola
È venuta meno quella passione
Vecchia e stanca si accompagna al bastone
LA MAMMA
Luce del giorno non mi lasciare
Guidami sulla scia della sua immagine
La bontà di lei, il grande cuore, l’amore
La notte non deve oscurare
Mamma mitica, celeste come una stella
La cui, luce ai figli sa dare
Nella mia mente vorrei immortalare
I ricordi che il tempo cancella
Senza di lei non è vivere.
Anche il sogno trama riabbracciare
La vita con amore ci ha donato
Per noi ha anche sofferto
Mamma eri più grande dell’universo
Lassù sei volata e tutto ho perso.
LA NATURA INTORNO A NOI
Ho sognato di circondarmi del creato
Ed ho vissuto quello che ho sognato
Ho visto tante meraviglia
Sotto passi di sabbia e conchiglia
Nel chiarore tenebroso
A solcar il mattino fumoso
Di nebbia e profumo di mare
Poi il nascere del caldo sole
Trasmettendomi vita ed amore
Sempre più forte per la natura
Volgevo lo sguardo verso l’alto lassù
Per ammirare l’immensità blu
Gaio trascorre così il giorno
Vite e passioni tutt’intorno
Ombre fugaci di innamorati
Attimi fuggenti circondati
Dal fascinoso tramonto
Fusione di ogni giuramento
Ho sognato che la notte
Diceva alle stelle
“Quanto siete belle!
Venitemi più vicino!
Staremo insieme sino al mattino!”
Estasiato godevo con orgoglio
La bellezza intorno a me
Improvviso e deluso il risveglio
Della realtà che non c’è.
LA RONDINE
Giornata calda, una leggera brezza mi sfiora il viso
Mi avvolge e mi sussurra in un sorriso
Pensieri che si irradiano come zampilli
Di una fontana illuminata
Ricordi che passano e scompaiono
Forse il vento vorrà carpirli
Per poi adagiarli
Su germogli in fiore
E risorgere ancora in tanti amori.
Ad un tratto mi distoglie dai pensieri
Il volo libero e lo stridere di una rondine
Che solcando il mare e l’azzurro cielo
Annuncia la primavera in fiore
Fiori di mimosa, mandorlo e melo
Sogna di ritornare al vecchio nido
Dove far nascere la sua prole
Nido che di tanta fatica è il frutto
Fulgido esempio alla malvagità umana che distrugge tutto.
LA STRADA SMARRITA
Come libellula che vibra le ali al vento
Volasti dolcemente verso un fiore
Dai petali d’oro e d’argento
Li sfogliasti chiedendo amore, non amore
Legando la passione con i battiti del cure
Poi trovasti una strada smarrita
Buttando via il fiore della vita
Mai doveva quel giorno assassino
Avviate sulla voragine di un altro destino
Tutto finì, finì l’incanto
Portato via dal folle vento
Che porta lontano ogni desiderio
Ma l’amore vero non muore e non inganna
Ora le sue labbra invocano un nome: Gianna.
LA TOMBA
Alla vita apre le porte
E’ la residenza della morte
Il ricco se la costruisce e non bada a spesa
Con cristalli, ottoni dorati e marmi rosa
Per mostrare la sua casta ricca e famosa
Ma un giorno fatalità
Senza i denari se ne andò all’Aldilà,
Dirimpetto a tanta fastosità
Una povera tomba senza neanche un lumino
Pareva vergognarsi di starle vicino
Però in tutte e due, stessa frase famosa
In una “qui giace”, nell’altra, “il conte qui riposa”.
L’AUTO
L’auto è il traguardo di grande gioia
Bella, potente, brillante, veloce
Pilotarla sembra di essere i padroni del mondo
E riserviamo per lei un amore profondo
Si parte per gite, discoteche, affondo l’acceleratore
Il motore canta e beve benzina
Aumenta la velocità e l’adrenalina
Per l’emozione batte forte il cuore
Corrono gli alberi velocemente
Va la macchina a volo radente
Volgi lo sguardo ai bordi strada al di fuori
Mani pietose hanno posato pregando un mazzo dì fiori.
LA TREBBIATURA
Il grano è maturo ed ogni contadino aspetta
Di mietere il grano con gioia e falcetta
Mani robuste vigorose e degne
Mietono, legano fasci di spighe chiamate “gregne”
Raccolti poveri, grano baciato dal sole, color dorato
Portato all’aia ed ivi ammucchiato
Un giorno poi concordato alle prime ore
Arriva il mastro macchinista con trebbia e trattore
Piazza il trattore con dovuta eleganza
Blocca la trebbia a millimetrica distanza
Vi mette una certosina passione
Tende con perizia il cinturone
Blum blum gira il motore a testa calda con rabbia
Inizia così il lavoro di imboccatura sulla trebbia
Tutti al suo posto esce il grano e se c’era abbondanza
Nei contadini traspariva più fratellanza
A sera già pronta una ricca tavolata
Che le gaie donne avevano già preparata
Piatti semplici sapori di una volta saporoso vino
Fettuccine al matterello conigli e polli arrosto ruspanti
Ogni alimento era pur genuino
Portate profumate sempre abbondanti
Tanta allegria splendidi ricordi giornate di incanti
Gaie risate facevano coro i soliti poetici canti
Ogni poesia un po’ stonata era colta
Da sinceri battimani e complimenti di ogni sorta
Nell’aria si spandevano aliti di vento profumato
Fino a notte tarda, poi i saluti di commiato.
Ora questa allegria, queste feste, questa sincerità
Non c’è più, sostituita dalla tecnica e modernità
Sono passati molti, troppi anni
Sempre vivo in me rimane il ricordo del mastro “Valeri Giovanni”.
L’AMICIZIA
L’amicizia è la poesia
di due mani che si stringono
due mani giuranti che si intrecciano
è la melodia silenziosa di bontà
è una garanzia per l’umanità
è la vite che delizia tanti grappoli
è come un campo di grano
deve nascono milioni di spighe
richiede volontà e l’amore
il cui frutto è benedetto dal Signore
e se tutti si dessero la mano
il mondo sarebbe un campo di grano.
LO SPINELLO
L’umanità oggi ha tutto
Di Adamo ed Eva facile il frutto
Non c’è più decoro ma soltanto
Ingordigia come fosse un vanto
La gioventù come fosse moda
Gioca in discoteca inconsapevole con la droga
Mentre un’ ignobile mano per turpe denaro
Tolse al fratello la purezza, il dono più caro
S’inebriano di alcool, fumi e rumori
Andando incontro a tanti mali, stenti e dolori
Il rispetto reciproco, gli ideali, molti hanno perso
Preferendo senza coscienza un gioco perverso
Ma il Signore veglia ancora sul creato
Molti peccatori dal male ha salvato
Togliendo dal tripudio delle piazze
Tante povere schiave di ragazze
Ed anche se il mondo peggiora
C’è tanta brava gente e bravi ragazzi ancora
L’augurio e la speranza che nel futuro
L’umanità abbia un avvenire meno scuro.
OCCHI AZZURRI
Ho guardato il tuo bel viso
I tuoi occhi mi hanno abbagliato
Lampi d’azzurro mi hanno colpito
Innocentemente mi hai sorriso
Con una carezza mi hai sfiorato
Poi tutto è svanito
Forse un sogno sarà stato
IL BLU DEL CIELO
Un giorno ho rubato
Il blu dal cielo
Sopra un prato l’ho adagiato
Una coperta di. sole vi ho disteso
Così il firmamento si è spento
Diventò grigio senza colori
L’arcobaleno sembrò offeso
Il sole il ca1ore ha sospeso
Allora il cielo ha pianto
Pentito ho restituito
Quel che Dio gli aveva creato
Allora il sole con un sorriso
Mi ha ringraziato.
PENSIERI
Vorrei affidare
I miei pensieri
Alle onde del mare
Pensieri d’amore sinceri
Che nel navigare
Divenissero bianchi
come la colomba della pace
Pensieri grandi più dei grandi
Dove nessuno é capace
Distruggere la guerra
Che insanguina questa terra.
Vorrei che un pensiero divenisse realtà
Unire tutti gli uomini di buona volontà
E portassero un amore profondo
A questo guasto ingrato mondo
Con il pensiero vorrei portare tanto pane
A tutti i bambini che muoiono di fame
Basterebbe loro anche un sorriso
Per sognare il Paradiso!
POESIA
Cara poesia
Tu sei nata
Per l’amore
Per la gioia
Per il dolore
Sei poco
Sei tanto
Sei il calore
Sei l’incanto
Sei nel cuore
Dell’umanità
Sei la rima
Sei il verso
Sei la mente
Dell ‘universo
L’ espressione
Di bontà
Sei la voce mia
Cara poesia.
PRIMAVERA
Muore la notte
Nasce con gioia il giorno
Il sole si affaccia allegramente
Entra nelle case, risveglia la gente
Tutto rivive, piante e fiori
Palpiti di vita e tanti colori
Anche nei prati del cielo
Rondini e passeri come pittura di un telo
Solcano I’aire con il cuore contento
Con il loro stridere è tutto un incanto
Con il nascere della primavera
Anche la gente sembra più sincera
Sembra avere più amore
Per il prossimo, più amicizia e più calore
Sembra ritornare tanta innocenza
Sentire una nuova esistenza
Con il sorriso aperto qualcuno ti dice
“diamoci la mano, auguriamoci tanta pace”.
PRIMI SENSI
Fu all’alba dei miei 16 anni
Che vidi il primo fiore
Al primo sguardo mi avvolse tanto calore
Tu non parlasti niente dicesti
Parlarono i tuoi occhi celesti
Vero grande il mio sentimento fu per te
Chiuso nello scrigno del mio cuore
Fosti il mio angelo che non c’è
Cosi questo dolce sogno svanì
Come nuvole sciolte al vento
Ora gli anni volgono al tramonto
La tua visione rivive in me ancora
Come una giornata fredda e scura
Sento che tu ancora ci sei
Perché vivi nei sensi miei.
REALTA’
I doli e i mali
Non sono sempre uguali
Nel dolore e nel bisogno ci insegnano
A conoscere amici e parenti
I fedeli e i fetenti.
DISPERATA ATTESA
Da giovane ho avuto
Solo fame e paura per la guerra
Da grande responsabilità e lavoro
Come quasi tutti su questa terra
Non ho mai rubato e sono stato un fesso
Chi ha rubato, ha fatto progresso
Oggi se vuoi guadagnarti il dono
Comincia a chiedere il perdono
Vorrei dire a questi imprenditori moderni
Credono di essere padreterni
Con la coscienza sono pulito che in fondo
E perché è cambiato questo mondo
Mondo guasto, ladro senza decoro
Dove conta solo il Dio denaro.
RICORDI
Un ricordo ritorna nella mia mente offuscata
Gioventù vagabonda e spensierata
Giravamo per la guerra nei campi sempre affamati
E beffavamo i contadini molto incazzati
Noi eravamo i campioni del furto
Loro sfioravano sempre l’infarto
Passavano cosi i giorni in allegria
Con amici complici in compagnia
Oggi di quegli innocenti anni
Ne è passato del tempo
E del fascino di quei giorni
Mi rimane solo il rimpianto
E di tanti altri gettati via
Poi sul più bello la romanza è finita
È diventata una commedia la vita.
SENTIMENTO GRANDE
Il mio pensiero vola
A quando il destino mi fece incontrare Lei
Dolce creatura giovane visione d’angelo
Fosti la luce degli occhi miei
Mi sembrò di volare verso le stelle
Di cogliere quelle più belle
E toccare con le dita la luna,
Dio volle donarmi tanta fortuna
Sei stata la sposa prescelta simbolo di purezza e d’amore
L’attimo che la gioia ascolta
I battiti scanditi dal cuore
Lungo il cammino del tempo
Siamo stati felici anche se qualche volta
La sorte serba sempre un dolore.
Ora nell’ora stanca della vita
Qualche ruga vince sulla bellezza
Rimane sempre uno stelo di giovinezza
Un segno che il tempo ingrato detta
Ma non l’amore anima diletta.
SENTIMENTO
Ho nell’anima una grande emozione
Anche se i capelli grigi ho del tempo
Voglio esternare con fede
Chi nell’amicizia ci crede
Un nodo mi stringe la gola al singhiozzo
Per avete ritrovato, in altri valori essenziali
Caldi sentimenti, puri ideali
Che rimarranno eternamente nei miei ricordi
Che per ingrato destino poi riperdi
Vorrei darvi cari amici Minardi
E lo dico con il cuore grato
Per la stima e la fiducia che ci avete riservato
Per la sensibilità nei nostri riguardi
Un profondo sentimento affezionato.
SOCIALITA’
Perché non c’è più socialità
Viziata da errabonde falsità
Si è perduta insieme all’umanità
La famiglia per demagogia e denaro
E’ naufragata in un mare nero
Si sono persi valori e sincerità
Trascinati da eventi lussuriosi
Dominati da un sottile egoismo
Che brucia contatto umano.
Ritroviamo la strada dell’amicizia
Socializziamo come una volta
Strìngiamoci tutti la mano
sino a formare un cordone umano
creando insieme un girotondo
Ed abbracciare così tutto il mondo
Facciamo che tutte le mamme
Nel dare alla luce tante gioie
Siano creature benedette da Dio
Immuni da cattiverie e dall’odio
Perle luminose di speranza
Che irradino nuova luce e fratellanza.
TU
Tu all’alba della tua giovinezza
Eri una fanciulla di rara bellezza
Eri sublime con i tuoi amori
Come nelle favole hai trafitto più cuori
Ti donavi e le tue labbra desiderose
Erano freschi boccioli di rose
I tuoi occhi come stelle nella notte accese
Eri tutta una passione di fuoco
Stringerti in una carezza a mani tese
E perdersi con te in un turbinio d’amore e di gioco
I tuoi primi amori erano intensi ma brevi
Per questo eri triste e ne soffrivi.
Un giorno però venne il tuo Angelo protettore
Ti illuminò la via per darti tanto amore
Tu gli desti tutta te stessa
Come non mai prima ti eri concessa
Poi a metà cammino della vita sei ritornata
Una bellissima signora ma di nuovo illibata.
Vecchi ricordi
Ci siamo incontrati
Ci siamo guardati
due sguardi sono bastati
Quel giorno eri sola
neanche una parola
poi una forte attrazione
una dolce passione
ci ha follemente abbracciati
Vecchi ricordi passati
Colorata Primavera
Albore del mattino bagnato
Da diamantine gocce di rugiada
Che irrora esili fili d’erba del prato
Indorando i fiori, colorandoli
Sotto i primi timidi raggi del sole.
Alba radiosa della natura
Carica di benessere sereno
Partorita dal nascere della primavera
Che irradia una melodia silenziosa dal terreno
Velata dal mormorio degli alberi
Che riveste di foglie i rami,
E trasmette un sottile senso di salute vera.
MALIARDA VIPERA
Ho sbagliato, ti ho chiesto perdono
Non mi hai ascoltato nemmeno
Ti bacerò con tanto ardore
Ti inietterò il mio veleno
E ti avvelenerò il cuore
Come una vipera ti morderò una vena
Ti avvinghierò, sarò per te una catena
Ti stregherò tutta una vita, finchè !
Ti ricorderai di me.
APPARIZIONE
Come un angelo è apparsa una fanciulla
trasformata da crisalide, a leggiadra farfalla
La sua visione è come una spada che trafigge
La sua bellezza un pugno che colpisce
Direttamente ad ammaliare il cuore
Visione paradisiaca che mai svanisce.
I suoi occhi colore blu
Si fondevano con il cielo lassù
poi misteriosamente, come in una farsa
Come era apparsa, così è riscomparsa.
VOGLIA DI MARE
Spinte dal vento onde di mare
Stanca è la corsa vuol riposare
Frange accavallate spumano nervose
Gabbiani tuffano le acque vaporose
Accolte dal timido sole mattutino
Sul litorale prendono vita tante forme
Sulla sabbia impresse mille orme
Che l’annuale bagnante lascia nel suo cammino
Gente che rivive con gioia il mare
Rinascono promesse giurate eterno amore
Passioni e chimere forti che nascono
Passioni stanche che finiscono
Complice la sera dai tramonti affascinanti
In un turbinio di bocche tremanti.
Il sole di rosso fuoco si colora
Seguendo sempre la nuova aurora
L’inverno poi annulla tutto
Il mare riprende il suo flutto.
ILLUSIONE
Autunno, gli alberi si spogliano
Le foglie dalla madre sfogliano
Alcune innalzate dal vento a folle altezza
Guardano il cielo con emozione ed ebbrezza
Una più illusa delle altre va su più su
Voleva vedere il mondo da lassù
Però all’improvviso il vento cessò
E lei poverina precipitò
Un umanoide con perfida ingiustizia
La ramazzò con le altre nell’ immondizia.
AMORE VIRTUALE
Non ti ho mai posseduta fino adesso
Ma ti ho avuta lo stesso
E sai perché?
Perché nei miei sogni
Ho fatto l’amore con te!
FRATERNITA'
Sogno che la vita non é inutile
Qualche gesto non é vano
Diamoci un gesto d'amore
Porgiamoci ciascuno una mano
Il creato sarebbe piu bello
Poter abbracciare una sorella
o un fratello
Come il vento che nel suo cammino
Abbraccia gli alberi in fiore
o come il ruscello nella discesa a valle
Accarezza i ciottoli dall'anima bianca e pura
Sogno il mare con il destino amico dell'uomo
e il gabbiano con la sua danza nel volo Dolce,
l'esempio della passera che
udito il pianto di un piccolo appena nato
Torna con il cibo e salva una vita.
Sogno questo creato che una forza divina
Ci ha dato e fraternamente ci lega tutti.
Io sogno questo dono e lo dedico
come un bel concerto
Ai nonni Mariangela e Roberto
SPERANZA PERDUTA
Per una vita intera ti ho cercata
Ma quando ti ho ritrovata
Non potevi essere più mia
Perché hai voluto cancellarmi dai tuoi pensieri?
La tua bellezza era in me ancora viva
Il mio cuore aveva sentimenti veri
Un amore profondo ti adorava
Non c’è amore che non abbia
La forza di una catena
Invece sei svanita come la nebbia
Lasciando il mio cuore in pena
Le tue labbra protese e mordaci
Giuravano sempre fedeltà
Rubavano ansiose i miei baci
Si donavano con intenso calore
Mai doveva finire cosi il nostro amore
La tua malvagità ora mi aggredisce
La tua perfidia mi ferisce
Avevo sperato ancora per un momento
Ho rivissuto per un attimo lo stesso incanto
Ma in un solo colpo hai cancellato tutto
In un solo istante mi hai distrutto.
DISPERATA ATTESA
Non torni più da me
E non mi hai nemmeno detto addio
Ho pregate Dio
L’ho pregato a modo mio
Se c’è un peccato non sono stato io
Forse tu non sai
Che non bisogna tradire mai
Ora sono solo in questo mondo
Perchè non ho più te
Passano tristemente le ore
Ma tu non passi mai
Giornate buie, grige e piovose
Un vento rabbioso scompiglia i miei capelli
Ma tu non passi mai
Nasce un sole scarno e ride
Mi riporta ai giorni belli
quando il suo caloreftelici ci vide
la lima veglia, spera e lenta aspetta
ma tu? tu non passi mai da. me.
IL BARBONE
Sono
un barbone,
la mia casa è di cartone,
ho camminato più di un miglio
per trovare un giaciglio,
cammino e la mia mente vaga
sulle nuvole dei ricordi,
mi riporta al piacere dl desinare
dinanzi a quel focolare, in compagnia
della donna che stringevo al petto,
alle sue carezze galanti,
ai suoi capelli biondi e lucenti
leggiadra come una farfalla
che da fiore a fiore cerca, vola
procurandosi il nettare che la consola.
Persi lei, persi tutto.
Persi l'amore, persi quella stima,
quel pilastro prezioso di chi ti ama.
Alzo gli occhi al cielo, un falco
scivola silenzioso nell'aria
in cerca di cibo da portare
alla sua prole nel proprio nido.
Ricordi indimenticabili che sfioriscono
lasciando una dolorosa tristezza.
Scende poi il buio della sera, la luna
si accende come una lampada su di me,
si affianca alla mia stessa ombra
trascinando lo stesso pesante destino,
vorrei nasconderlo dietro un muro
inesistente per cancellare tutto,
per un futuro migliore che non c'è più.